+39 06.4817721 info@aipe.it Via Palermo 28, 00184 Rome, Italy

Ursula Burns: Da tecnico a CEO

La mia intera esistenza, la mia personalità nel business, le mie esperienze di lavoro – il modo in cui conduco, gestisco ed interagisco – alla base di tutto c’è la mia formazione in ingegneria“, dice Ursula Burns, CEO e presidente di Xerox Corporation.

“Sono passata dalla progettazione al business, tuttavia la sinergia che c’è tra  le due aree è incredibile “, aggiunge la Burns, che è entrata a far parte di Xerox nel 1980, tramite uno stage estivo come ingegnere meccanico. Tutto il resto è storia.

Dopo essere stata team leader dei business Color e Office Network Printing della società dal 1992 al 2000, la Burns è stata nominata vice presidente senior dei servizi strategici aziendali, una posizione che la mise a capo delle operazioni di produzione e di supply chain dell’azienda. Nel 2007 è stata nominata presidente e nel 2009 General Director, diventando la prima donna afro-americana a condurre una società Fortune 500. Nei suoi primi cinque anni come CEO, ha trasformato Xerox in uno dei più fiorenti e redditizi fornitori di servizi internazionali.

Nata e cresciuta in un quartiere povero a sud est di Manhattan, Ursula Burns è da sempre grata a sua madre  per averle dato la possibilità intraprendere un percorso di studi adeguato a modellare la sua carriera nel migliore dei modi. “Mia madre, una donna single, credeva che l’istruzione fosse la soluzione a tutti i problemi“. Non sapendo quale percorso di carriera seguire a causa della mancanza di una guida, Burns ha perseguito il suo amore per la matematica incontrando, quasi per caso l’ingegneria meccanica. Ha conseguito una laurea in ingegneria meccanica al Politecnico di NYU ed un master in ingegneria meccanica presso la Columbia University.

Una delle cose che la appassiona maggiormente è quella di introdurre l’ ingegneria in maniera più organizzata. “Non trovo utile l‘idea di cercare la propria strada nel  buio, per poi scoprire che si tratta di una carriera che offre incredibili opportunità per te stessa e per la società” dice. “Ho avuto la fortuna di addentrarmi nel campo grazie ad una madre stupenda e ad una formazione di base, ma non voglio più che si tratti di fortuna. Vorrei che le persone avessero a disposizione opzioni presentate in maniera più organizzata, in modo da poter scegliere consapevolmente“.

La donna sostiene attivamente una serie di comunità, enti di formazione ed organizzazioni no-profit, tra cui la National Academy Foundation, il MIT, ed il Comitato Olimpico degli Stati Uniti. Fondatrice e Direttrice di Change the Equation, che si concentra sul miglioramento del sistema formativo negli Stati Uniti ed è anche leader del programma nazionale della Casa Bianca su STEM.

È stata recentemente premiata con l’ ASME Kate Gleason Award, un riconoscimento per le donne di successo nell’ambito dell’ ingegneria. Ursula Burns si è fatta conoscere da ASME.org dall’assemblea del 2014, per le sue opinioni in merito all’istruzione STEM, alle donne nella scienza e alla leadership.

Ci sono state cose che hai dovuto imparare o disimparare per andare oltre la tua formazione tecnica?
Ho dovuto imparare molte cose nell’arco della mia vita per poter essere il leader di una grande società. Una delle cose più interessanti è stata quella di imparare a relazionarsi con persone che non sono ingegneri. Gli ingegneri hanno come caratteristica quella di avere un pensiero organizzato e un approccio per progetti che si basa sui processi.L’idea che la maggior parte dei problemi possano essere risolti con persone intelligenti e duro lavoro. Questo insieme di attributi non appartiene in realtà a tutte le discipline. Quindi, bisogna imparare come includere altre discipline nei processi di problem solving e di leadership. Dobbiamo smettere di considerare il passaggio dalla progettazione al business come un evento singolare. Se sei un ingegnere di successo, puoi diventare un collaboratore di successo nel mondo degli affari, nel mondo accademico, ecc. Le strade non si dividono ma si uniscono in modo naturale. Non ho mai pensato che fossero diverse.

C’è un particolare progetto o una realizzazione della quale sei particolarmente orgogliosa?
Ho realizzato molti progetti nei primi 15 anni della mia carriera, occupandomi di ingegneria in un laboratorio. Uno dei primi progetti sui quali ho lavorato riguardava la meccanica e la scienza dei materiali dei dischi di vetro ad alta velocità di rotazione. Nella nostra azienda abbiamo dovuto lavorare ad un modo per sostituire dischi sottili di alluminio con il vetro, per eliminare l’attacco metallografico. Ho lavorato con un mio collega per quasi quattro anni per farsì che funzionasse e ci siamo riusciti. Siamo stati in grado di ottenere il risultato preposto, ed essendo il mio primo progetto, ciò è stato fondamentale perché mi ha insegnato a soffermarmi su una singola cosa per tempi molto lunghi. Mi ha portato anche un grande senso di realizzazione, datosi che il sistema ha funzionato ed è stato applicato su un prodotto che avevamo in campo. Alcuni dei miei più grandi successi non hanno nulla a che fare con il lavoro di laboratorio, bensì con la soluzione al problema del cliente, trasformando il modello di business di un’azienda, e riunendo le persone in modo che possano lavorare su di esso. Questa idea di riunire menti diverse per affrontare un problema è una cosa in cui gli ingegneri sono particolarmente bravi.

Cosa ti ha portato a fare dell’ingegneria meccanica una carriera?
Mia madre ha speso un sacco di tempo e i pochi soldi che aveva per assicurarmi la migliore istruzione possibile. Ho frequentato una scuola cattolica nel quartiere povero in cui vivevamo. Era la scuola migliore, ma non aveva un’ampia cultura, si studiavano soprattutto la lettura, la scrittura, l’aritmetica di base, e molta disciplina. Anche se non c’erano corsi avanzati, ero abbastanza brava in matematica. Quando è arrivato il momento per me di andare al college, mi consigliarono di diventare un’ insegnante, una suora o un’ infermiera. Con la spinta di mia madre, ho deciso di fare qualche ricerca per conto mio per scoprire quali erano le professioni migliori per coloro che amavano la matematica. A quei tempi, la posizione più ambita per le persone che avevano una formazione in matematica era quella di diventare un ingegnere chimico. Così decidetti di diventare un ingegnere chimico, ma dopo il mio primo semestre ho cambiato indirizzo, optando per l’ ingegneria meccanica. Si studiavano un sacco di cose pratiche, come matematica e fisica e mi piaceva molto.

Come si possono coinvolgere i bambini in STEM?
Io lo chiamo celebrare e controllare quello che ci aspettiamo. Dovremmo celebrare i numerosi contributi che gli ingegneri apportano alla società. Celebriamo gli sportivi, i politici, attori e attrici, allora perché non gli ingegneri? Uno dei modi per rendere STEM più emozionante e accessibile è quello di celebrare in modo naturale. Si dovrebbe anche cambiare radicalmente la struttura educativa negli Stati Uniti e in tutto il mondo. In primo luogo bisognerebbe avere educatori più preparati, in particolare nelle scuole elementari e medie. In secondo luogo, abbiamo bisogno di ottenere un’istruzione che sia più al passo con la tecnologia e gli interessi dei ragazzi di oggi. In terzo luogo, dovremmo assolutamente avere genitori o adulti che possano indirizzare i bambini. L’idea che non si sa che cosa faccia un ingegnere e l’idea che non ci sia nessuno a spingere su questa strada non è positiva.

Che consiglio daresti ad altre donne che vorrebbero ricoprire ruoli di leadership, ma hanno difficoltà a coniugare lavoro e vita privata?

Penso che sia la follia di un pazzo a pensare che possiamo realmente bilanciare in un breve periodo di tempo le numerose cose da fare. L’ equilibrio non si ottiene in un giorno, in una settimana o un mese, ma per tutta la vita. Penso che si debba rallentare, in particolare penso alle donne alle quali è stato insegnato a sovraccaricarsi in ogni ambito. Chiedere alle donne di dare il massimo ogni giorno come madre, moglie e lavoratrice può far solo precipitare la situazione. Abbiamo questa idea del tutto non realistica su come dobbiamo essere genitori, prenderci cura di noi stessi o del partner. Dobbiamo decidere per noi stessi e non lasciare che la società lo faccia al posto nostro e assicurarsi che si riesca a guardare oltre. Inoltre, l’equilibrio non è solo per le donne, ma vale anche per gli uomini.

Fonte: Asme.org

My entire existence, my business personality, my practices at work – how I lead, manage, and interact – the foundation of it all is my engineering education”, says Ursula Burns, the CEO and chairman of Xerox Corporation. “I moved from engineering to business but the difference is not a difference at all. The synergy between the two is amazing”,  adds Burns, who joined Xerox in 1980 as a mechanical engineering summer intern. The rest is history.

After leading several business teams including the company’s color business and office network printing business from 1992 to 2000, Burns was named senior vice president of corporate strategic services, a position that put her in charge of the company’s manufacturing and supply chain operations. She was named president in 2007 and chief executive officer in 2009, becoming the first African-American woman to lead a Fortune 500 company. In her first five years as CEO, she transformed Xerox into a thriving international services provider and made it profitable.

Born and raised on the lower East side of Manhattan in a poor neighborhood, Burns credits her mother, a single mom, for providing her the best education that shaped her career. “My mother believed that education is the solution to all problems”. Not knowing which career path to pick due to lack of guidance, Burns pursued her love for math and “lucked into” mechanical engineering. She earned a BS in mechanical engineering from Polytechnic Institute of NYU and a MS in mechanical engineering from Columbia University.

One of the things she is now passionate about is to get more organized introduction into engineering. “The idea that you have to feel your way in the dark to find out that this is a career that offers amazing opportunities for yourself and also for the society is not useful“, she says. “I lucked into it with and amazing mother and some basic education but I don’t want it to be luck anymore. I would like the options to be presented to people in a more organized way so they can chose”.

Burns is advancing STEM by actively supporting a number of community, educational, and nonprofit organizations, including FIRST, the National Academy Foundation, MIT, and the U.S. Olympic Committee. She is a founding board director of Change the Equation, which focuses on improving the U.S. education system in STEM, and also leading the White House national program on STEM.

She was recently awarded ASME’s Kate Gleason Award that recognizes a female engineer who has had a lifetime of achievement in the engineering profession. ASME.org caught up with Burns at the 2014 Honors Assembly for her views about STEM education, women in science, and leadership.

Were there things you had to learn or unlearn to go beyond your technical training?

Many things I had to learn through life to be a leader of a large corporation. One of the most interesting was how to deal with people who are not engineers. Engineers have a characteristic of having an organized thought and approach to a project that’s process based. This idea that most problems can be solved with smart people and hard work. Those sets of attributes are actually not native to all disciplines. So you do have to learn how to include other disciplines into the problem-solving process and into the leadership process. We have to stop looking at the transition from engineering to business as an odd occurrence. If you are a successful engineer, you can become a successful contributor in business, academia, etc. The roads don’t part, they come together more naturally. I never thought of them as different.

Was there a particular project or achievement that you are particularly proud of?

There are many projects as I spent the first 15 years of my career doing engineering in a lab. One of the first projects that I worked on was the mechanics and material science of high-speed rotating glass discs. At our company we had to work on a way to replace thin aluminum discs with glass, which would eliminate a step in etching. I worked with my lab partner for almost four years to figure out a way to mount this to make it work and we did it. We were able to accomplish it and that was the first project I worked on and it was foundational as it taught me how to stick with one thing for a long time. It also gave me a big feeling of accomplishment as it worked and was applied to a product we had in the field. Some of my biggest accomplishments have nothing to do with lab work, but solving a customer problem, transforming the business model of a company, and bringing people together so they can work on it. This discipline and idea that getting good minds together of all different types and from all different backgrounds to attack a problem is something that engineers are unbelievably good at.

What inspired you to pursue mechanical engineering as a career?

My mother spent a lot of time and the little money she had in making sure we had the best education. For us at that time it was going to a catholic school in the poor neighborhood we lived in. It was the best school but it didn’t have a broad education and was primarily reading, writing, and basic arithmetic, and a lot of discipline. Even though I didn’t have any advanced courses, I was pretty good at math. When it came time for me to go to college, my guidance counselor told me I could be a teacher, a nun, or a nurse. With my mother’s pushing, I decided to do some research on my own to find out what people who like math can do for a living. At that time, the number one career for people who had training in math was to become a chemical engineer. I decided to be a chemical engineer but after my first semester I changed to mechanical engineering. It put together a lot of practical things, math and physics, and I loved it. The long and short of it is that I lucked into mechanical engineering.

How do we involve kids and keep them involved in STEM?

I call it celebrating and inspecting what we expect. We should celebrate the breadth of contributions that engineers can make and do make to the society. We celebrate sports people, politicians, actors and actresses, then why not engineers? One of the way we can make STEM more exciting and accessible is to make it more celebrated in a natural way. We also have to fundamentally change the educational structure in the U.S. and around the world. First, to get better educators, particularly in primary and middle schools. Second, we need to get education that’s more up to speed with technology and interests of kids today. Third, we absolutely must have parents or adults who can open up options for kids. The idea that you don’t know what an engineer does and the idea that there is nobody to push you on that path is not a good idea.

What advice would you give to other women looking to step into leadership roles but are struggling to balance their work and life?

I think it’s a fool’s folly to think we can actually balance in any short period of time the many things that are on our plate. I think about balance not in a day, week, or a month, but over a lifetime. I think we have to slow down, particularly women who have been taught to overachieve in every single endeavor that they enter. Achieving women believe they have to be outstanding every single day at being a parent, spouse, and contributor in your work environment. If you are trying to do that, you are going to crash and burn and very likely not be outstanding at any of it. It is literally on average over time, have you been able to figure it out. We have this kind of strange view that’s not realistic about how we should parent, take care of ourselves, or partner to our spouses. We have to define that for ourselves and not let society do it for us and make sure we take a long view, not a short view. Also, balance is not just for women, it’s for men as well.

Source: Asme.org