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Grande successo per il convegno di Siderweb: crescere ancora è possibile

25 febbraio 2016

BRESCIA – Sono, complessivamente, oltre 80 le aziende nazionali operanti nel comparto della forgiatura, con un peso, per quanto riguarda la struttura italiana, maggiormente orientato verso lo stampo libero. Non un numero particolarmente elevato, ciononostante il comparto made in Italy è il secondo in Europa, alle spalle della Germania, con un 22% sul totale della produzione di forgiati che, nel 2014, ha toccato quota 1,145 milioni di tonnellate. Le forge tedesche, invece, detengono il 44% dell’output di forgiati nell’Ue. L’evento «Obiettivo Forgiatura» organizzato da Siderweb ha evidenziato sotto diversi punti di vista i pro e i contro della forgiatura nazionale attraverso un’analisi strategica, finanziaria, tecnico – tecnologica e di mercato, fornendo anche preziose indicazioni sulle traiettorie che, sempre più convintamente, rappresenteranno il futuro del comparto e dei suoi settori utilizzatori. L’evento è stato, inoltre, l’occasione per presentare i risultati operativi dell’impianto Rotoforgia condotta da Olivier Lebrun, Steel’s engineering manager Acciaierie Bertoli Safau. A concludere il pomeriggio di lavori, la voce dei clienti attraverso l’intervento di Salvatore Poddighe, direttore commerciale – Pressure Equipment Atb Riva Calzoni.

La struttura e lo scenario
La base è, proprio come per la produzione siderurgica, un contesto di overcapacity mondiale. Ma, in questo panorama le forge italiane che stato di salute evidenziano? Ad affrontare il tema, Gianfranco Tosini – responsabile dell’Ufficio Studi di Siderweb – il quale ha sottolineato come le forge italiane brillino per «efficienza energetica e per produzioni a maggiore valore aggiunto e di dimensioni maggiori», ma che scontino un’operatività fortemente legata al settore dell’oil & gas, in seria difficoltà a causa del crollo delle quotazioni del petrolio, e dell’energy, nel quale gli investimenti in particolare verso le rinnovabili sono concentrati sempre più ad Est». Area nel quale opera il leader incontrastato del settore delle forge, la Cina, produttrice del 40% dell’output mondiale di forgiati.

 

Bilanci: come stanno le forge nazionali?

L’analisi è il frutto di un lavoro su oltre 1300 bilanci della filiera della forgiatura (dalle acciaieria fino agli utilizzatori finali dell’automotive e altri mezzi di trasporto e agricoli, oil & gas ecc.). Uno studio che ha evidenziato come, nel 2014, le forge nazionali abbiano messo a segno un fatturato complessivo di oltre 3 miliardi di euro (2 miliardi nelle forge a stampo libero e 1,2 miliardi per quelle a stampo chiuso), «generando un utile netto di 85,5 milioni di euro» ha dichiarato Stefano Ferrari, direttore di Siderweb, durante il suo intervento, all’interno del quale è emerso che «nonostante la polverizzazione del settore (con solo 5 aziende con un fatturato oltre i 100 milioni di euro), la dimensione aziendale relativamente medio-piccola non ha un’incidenza diretta sulla redditività e sull’indebitamento delle imprese. Le fusioni non sembrano quindi una priorità per le forge – ha concluso Ferrari -: per migliorare i risultati non sembrano servire economie di scala, quanto più agire su altre leve, come l’efficienza, la nicchia, i prodotti e le collaborazioni intra-filiera».
Tecnica e tecnologia: quali le richieste del futuro
La parola d’ordine è una e una sola: leggerezza. I trend delle richieste dei clienti di prodotti forgiati saranno sempre più orientati proprio ad una riduzione dei pesi. Ad affermarlo Carlo Mapelli, docente di Metallurgia al Politecnico di Milano e presidente dell’Associazione Italiana di Metallurgia, il quale ha sottolineato come questa richiesta sarà volta alla ricerca di soluzioni che aumentino la maneggiabilità e la velocità nella messa in opera. Alla base delle soluzioni su piani più o meno futuristici, una considerazione: non saranno richieste nuove tipologie di acciaio, ma l’aumento della tenacità e della resistenza che verranno ricercate attraverso l’inserimento, tra gli altri, di alluminio, niobio, vanadio, manganese.

 

Le voci dalla platea
Giuseppe Moschini, CEO di Lucchini Mamè Forge, ha fornito il proprio punto di vista proprio in relazione al processo di aggregazione che, per le due società, ha preso il via nel 2014. «La nostra esperienza ha, sino ad oggi, portato con sé fondamentalmente tre importanti benefici. – ha dichiarato il manager – Il primo riguarda il miglioramento della posizione finanziaria, seguito da notevoli vantaggi nel settore degli acquisti. Infine, la collaborazione garantisce una sinergia positiva sotto numerosi punti di vista come, ad esempio, la R&S». Mario Gussago, amministratore delegato di Fomec e presidente, in seno a Federacciai, del settore forge, ha fornito la propria visione dell’intero comparto. «Il trend è in discesa – ha commentato il CEO della società cuneese – e, nelle migliori delle ipotesi, il 2015 si chiuderà in linea con i risultati dell’esercizio precedente». E il futuro? «L’anno da poco iniziato non sembra riservare sorprese positive. Le difficoltà dei nostri clienti non sembrano essere vicine ad una svolta». Inoltre, Gussago fornisce una chiave di lettura rispetto al tema sempre caldo delle aggregazioni tra le forge nazionali. «Che le aziende del comparto siano patrimonialmente solide non è un elemento nuovo per noi – ha dichiarato il manager – e forse questo potrebbe essere un elemento che rischia di “rallentare” i processi di collaborazione tra le società». Qualora, invece, sussistesse un’urgenza, sarebbe paradossalmente più immediato ricorrere a queste collaborazioni o aggregazioni intra societarie.

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Great success for the exhibition of Siderweb: still growing is possible

25 February 2016

BRESCIA – I’m, generally, over 80 the national companies operating in the forging field, with a burden, concerning the italian structure, mostly orientated towards free stamp. Not a particularly high number, by the way the field made in Italy is the second in Europe, behind Germany, with a 22% on the total production of forgings that, in 2014, has reached quote 1,145 million tonnes. The German forges, instead, own the 44% of the output of forgings in EU. The event “Objective Forging” organized by Siderweb has highlighted under different point of views the positive and negative things of national forge through a strategical, financial, technical – technological and market analysis, supplying precious indications on the lines that, more and more convincingly, will represent the future in the field and secondary fields. The event has been, also, the occasion to present the operative results in the Rotoforgia plant conducted by Olivier Lebrun, Steel’s engineer manager Acciaierie Bertoli Safau. To end the work-afternoon, the voice of customers through the intervention of Salvatore Poddighe, commercial director – Pressure Equipment Atb Riva Calzoni.

The structure and scenario
The base is, as well as the siderurgic production, a context of global overcapacity. But, in this panorama the italian forges which health state do they have? To face the theme, Gianfranco Tosini – responsible of Siderweb Study Offices – who has underlined how the italian forges shine for “energetic efficiency and for production with most added value and major dimensions”, but that deduct an operativity strongly linked to Oil & Gas field, in serious difficulty because of the crash of oil prices, and energy, in which the investments in particular to the renewable are concentrated increasingly on the Eastern side”. Area in which operates the undisputed leader of the forging field, China, producer of the 40% of the global output of forgings.

Balances: how the national forges are?

The analysis is return of a work on more than 1300 balances of the forging sector (from the steelworks towards the final users of the automotive and other agricultural means of transport , Oil & Gas etc.). A study that has highlighted how, in 2014, the national forges have chalked a turnover of over 3 billion euros (2 billions in the free stamp forges and 1,2 billions for the closed stamp), “generating a a net income of 85,5 million euros” has declared Stefano Ferrari, director of Siderweb, during his intervention, “although the pulverization of the field (with only 5 companies with a turnover of more than 100 million euros), the company dimensions relatively medium-small hasn’t got any direct incidence on the redditivity and indebtedness of the companies. The fusions do not look like a priority for the forges – Ferrary concluded -: to improve the results do not seem to serve the economies of scale, as it can act on other levers, as efficiency, niche, products and intra-sector partnerships”.
Technique and technology: which are the requests of the future
The keyword is one and only one: lightness. The trends of the requests of customers of forged products will be always more orientated just to a reduction of weights. To confirm that Carlo Mapelli, professor of Metallurgy at Politecnico di Milano and President of the Italian Association Metallurgy, who has underlined how this request will be verged to the research of solutions that increase on plans more or less futuristc, a consideration: there won’t be requested new typologies of steel, but the increase of toughness and resistance that will be reseached through the insert, between the others, of aluminium, niobium, vanadium, manganese.

The voices from the audience
Giuseppe Moschini, CEO of Lucchini Mamè Forge, has provided his own point of view just in relation of the aggregation project that, for the two societies, has taken off in 2014. “Our experience has, since today, brought with itself fundamentally three important benefits – the manager has declared. – The first concerns the improvement of the financial position, followed by considerable advantages in the purchase field. Finally, the collaboration ensures a positive sinergy under numerous point of views as, for example, the R&S”. Mario Gussago, managing director of Fomec and president, within Federacciai, of forge sector, has provided its own vision of yhe entire sector. “The trend is decreasing – CEO of Cuneo company commented – and, in the best of the hypothesis, 2015 will be closed in line with the results of the previous year“. And the future? “The year just begun doesn’t look like it reserves positive surprises. The difficulties of our customers do not seem being close to a turn”. Furthermore, Gussago provides an interpretation despite a theme always hot in the aggregations between national forges. “The fact that the companies in the field are patrimonially solid is not a new element for us – the manager has declared – and this probably could be an element that risk to “slow” the collaboration processes between companies”. If, however, an emergency shall exist, it would be paradoxically more immediate to recur to these intra-company collaborations or aggregations.

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